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Usuario:48f/Taller

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COMMUNIST CHINA IS NOW A FASCIST STATE?

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MUSEO DELLA CERAMICA TAFURI

Il Museo della Ceramica "Alfonso Tafuri" si trova a Salerno nel suo centro storico. Fu creato nel 1987 dal goielliere collezionista di ceramiche Alfonso Tafuri[1]​.

Storia e dati

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Il salernitano Alfonso Tafuri dopo aver collezionato per decenni molte antiche ceramiche di vietresi, salernitane e napoletane, decise di esporle in un museo privato vicino al Duomo cittadino. Questo museo fu adibito in tre sezioni, dal Duecento all'Ottocento, in via Cassavecchia, ad appena cento metri dalla importante ed antica Via dei Mercanti salernitana allo scopo di attrarre turisti e visitatori.

Una sezione del museo espone numerose "Riggiole" (mattonelle in cotto decorate a mano) create nel Settecento ed Ottocento a Napoli e Vietri. Vi sono inoltre esposte utensilerie e vasellame della Provincia di Salerno (specialmente di Giffoni Valle Piana e Cerreto Sannita). Un settore -detto "periodo tedesco della ceramica vietrese"- riguarda targhe e pannelli devozionali del secolo scorso, creati da artisti famosi quali Riccado Droelker e Guido Gambone.

Il reperto piu' antico del museo e' un frammento di ceramica del tipo detto "spiral ware" e risalente a prima del Duecento[2]​, probabilmente rinvenuto originariamente nel Castello di Arechi.

Note

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  1. Ministero della Cultura: Il Museo del collezionista di ceramiche Tafuri
  2. Museo Tafuri, con foto delle ceramiche

Vedasi anche

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Categoria:Musei di Salerno

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TRADUCIR: PALAZZO della SITA

Il palazzo fu costruito dopo la prima guerra mondiale (tra il 1920 ed il 1924), con capitale principalmente dell'allora sindaco di Campagna, Carlino D'Ambrosio, dal quale prende il nome. Durante la seconda guerra mondiale il podestà D'Ambrosio vi fece rifugiare alcuni ebrei fuggiti dal campo di internamento di Campagna[1]. Durante lo sbarco alleato nel settembre 1943, il palazzo ha subito alcuni danni, che furono riparati completamente nei primi anni 1950, anche se andò persa la decorazione della facciata nell'ultimo piano[2].

Il palazzo si affaccia sul Lungomare Trieste e dal lato contrario sul Corso Garibaldi (a poca distanza dal Palazzo di Giustizia), per cui gode di una posizione privilegiata nel centro cittadino. Per questa posizione fu scelto negli anni 1930 come sede per gli autobus della SITA (la principale azienda di trasporto passeggeri in Campania). Inoltre il Palazzo D'Ambrosio veniva comunemente chiamato "Palazzo della SITA" dalla maggioranza dei cittadini salernitani che ne usavano il terminale autobus situato al pianterreno[3]. Negli anni 1990 l'autostazione SITA fu trasferita e da allora il palazzo ospitò la succursale principale di un banco nazionale.

Nel Palazzo D'Ambrosio vi aveva sede, dal 1953 al 1961, il settore "rifornimento macchine da corsa" del circuito automobilistico di Salerno[4], una gara da corsa cittadina di Formula 2 che è durata quasi un decennio, sul modello di quella del Principato di Monaco[5].

«Era il 6 Settembre del 1953, quando prese il via la 1° Edizione del Circuito di Salerno, che viene poi ripetuta con crescente successo e partecipazione di pubblico, fino all’edizione del 1960. Il circuito cittadino si snoda attraverso il Lungomare Trieste, Corso Garibaldi, e via Roma, con “boe” del Teatro Verdi e dell’ Autostazione SITA[6]»


Il Palazzo SITA - detto D'Ambrosio- era la boa meridionale del Circuito automobilistico di Salerno Descrizione L'edificio si innalza quasi di fronte al porticciolo turistico "Masuccio salernitano" e si compone di quattro settori con cinque piani ognuno, intorno ad un'area comune (coperta dalla SITA privatamente negli ultimi anni quaranta). Il tetto ha balconate ampie, progettate come possibili "solarium". Fu anche il primo edificio salernitano ad avere ascensori centrali (installati negli anni 1930), ognuno nei suoi quattro settori.

Quando si ebbe il forte terremoto nel 1980, il palazzo fu tra i pochi edifici nel centro di Salerno a non subire alcun danno strutturale per via delle sue protezioni antisismiche[7].

Note ^ Il Podesta' D'Ambrosio e gli ebrei ^ Immagine del Palazzo D'Ambrosio, chiamato SITA, evidenziando la decorazione murale frontale nell'ultimo piano ^ "Roma", quotidiano di Napoli. Edizione di Salerno. Maggio 12, 1972 ^ Video del Circuito di Salerno, dove appare il Palazzo D'Ambrosio/SITA ^ Circuito di Salerno, su cgmagazine.eu. URL consultato il 20 dicembre 2012 (archiviato dall'url originale il 22 ottobre 2013). ^ ACI Salerno Archiviato il 6 maggio 2013 in Internet Archive. ^ Ada Becchi Collidà, "L'affare terremoto. Libro bianco sulla ricostruzione" Introduzione. Editoriale Angri. Angri, 1989.