Tarida

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Tarida (dall'arabo ṭarīda) è una nave utilizzata nel Mediterraneo nel medioevo.

Struttura e dimensioni[modifica | modifica wikitesto]

Sono notevolmente divergenti le opinioni circa la forma e le dimensioni di questa imbarcazione. È plausibile che, per poter essere adibita al trasporto di truppe, cibo e merci, la tarida fosse molto grande (100 piedi), anche se non grande quanto le galee.

L'imbarcazione è attestata neumerose volte nel cartulario notarile di Giraud Amalric, scritto a Marsiglia nel 1248[1]

In un'ordinanza di Pietro IV d'Aragona, ad esempio, nello stabilire la tassa di ormeggio nel porto di Alghero, si parla di far pagare a ciascuna terida che stazza 2000 quintali 2 lire sarde

((CA) «Item pach cascuna nau o terìda qui port 2000 quintals, de ancoratge 2 livres»[2])

In corrispondenza del suo baglio massimo aveva due pennoni con vele di gabbia, e due timoni a poppa, uno su ogni lato.

Inizialmente era, a volte, un'imbarcazione a remi, chiamata anche galea-tarida.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ L.Blancard, Documents inédits sur le commerce de Marseille au Moyen-Age, 2 voll., Marseille 1884
  2. ^ Ordinanza di Pietro IV di Aragona, datata 30 novembre 1377, e indirizzata al Doganiere di Alghero sui diritti da esigere per l'ancoraggio. Documento pubblicato in Pietro Amat di San Filippo, Del commercio e della navigazione dell'isola di Sardegna nei secoli 14 e 15, pag. 78, online su Google books

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (ES) José de Lorenzo, Gonzalo de Muga, Martín Ferreiro, Diccionario marítimo español, 1865
  • Tarida, in Treccani.it – Vocabolario Treccani on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
  • (ES) «tarida», Diccionario de la Lengua Española - Vigésima segunda edición, dal sito della Real Academia Española

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